ANNO 14 n° 118
Diario della crisi/13 Ieri giunta (con due assenti...), oggi altro consiglio
05/02/2016 - 02:02

VITERBO – (An. Ar.) Cinquantunesimo giorno di crisi, oggi. Ieri si è riunita la giunta, con un’altra raffica di delibere approvate (tra cui il contributo per le iniziative di Carnevale in centro). Ancora assenti le due assessore di riferimento della parte ribelle del Pd, Perà e Troncarelli, ma non è una novità dallo scorso dicembre.

Oggi, però, c’è un consiglio comunale da celebrare, in seconda seduta dopo che la seduta di ieri è andata deserta. Stavolta il quorum per iniziare i lavori è di 11 consiglieri più il sindaco presenti.

Come dire: la maggioranza (dodici consiglieri), quella rimasta fedele a Michelini, può farsi il consiglio da sola, senza bisogno di stampelle da parte dell’opposizione e lasciando cuocere nel loro brodo i sette ribelli del Pd.

Del resto, l’argomento all’ordine del giorno è urgente: revocare in autotutela la delibera del 17 dicembre scorso che bocciava la nomina dei revisori dei conti e nominare il nuovo collegio, come prevede la legge e onde evitare che i professionisti che furono esclusi (senza motivo logico ma soltanto per questioni politiche interne al consiglio) a dicembre proseguano nel loro ricorso al Tar e richiesta di risarcimento danni. In secondo luogo, nominare i nuovi revisori consentirebbe all’amministrazione comunale di riprendere la normale attività, di sbloccare opere pubbliche e cantieri (questione cara all’assessore Ricci, che dopo aver investito oltre sette milioni di euro per una serie di interventi si è visto bloccare tutto per cause di forza maggiore). Insomma, di fare.

Il problema semmai sono i numeri in aula. Posto che siano presenti tutti in maggioranza (sindaco compreso ed esclusi i sette ribelli, sia chiaro) e tutti nell’opposizione, saremmo in equilibrio perfetto: 13-13, come il risultato di una partita di calcio tra due squadre di cloni. Ma come voterà l’opposizione? Per nominare il nuovo collegio dei revisori, e dunque per sollevarsi da eventuali beghe legali, oppure contro, per principio? Bisognerà vedere. E considerare poi che il presidente Marco Ciorba, pure votante, potrebbe essere costretto ad uscire dall’aula qualora venisse affrontata anche la questione del padre Lorenzo, che del collegio dei revisori era stato nominato presidente, salvo poi rinunciare dopo la prima bocciatura della delibera e le successive polemiche. Tutte cose da verificare in aula.

Dal punto di vista politico, invece, tutto tace. Si attende l’ufficialità degli incontri di lunedì (direzione provinciale e unione comunale) con il vicesegretario nazionale del Pd, Lorenzo Guerini, e col segretario regionale Fabio Melilli. L’ennesimo ultimo passaggio di una crisi infinita, ma che più va avanti più consentirebbe di evitare al Partito democratico di presentarsi alle urne, in primavera, con un’immagine ‘’leggermente’’ (eufemismo) danneggiata. L’allungarsi dei tempi, intanto, ha scongiurato l’appuntamento dei sette dal notaio, fissato per ieri e ora spostato alla prossima settimana. Anche se c’è chi sostiene che le firme siano saltate perché almeno due dei sette ribelli provengono da Bagnaia, e non sarebbero riusciti a raggiungere il capoluogo a causa di una voragine che si è aperta (non si sa quanto casualmente) lungo viale Fiume. E questa, per chi non l’avesse capita, era soltanto una battuta.





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